Circa i laboratori biologici del Pentagono in Ucraina
Riprendiamo questo articolo del 25 novembre 2014, a pochi mesi dal golpe di Maidan, che appare oggi più attuale che mai.
Nonostante gli accordi internazionali che regolano le attività nel campo della ricerca biologica, su questo argomento, così come su quello delle armi chimiche, gli Stati Uniti rimangono uno Stato di due pesi e due misure. Non si sa con certezza che tipo di ricerca, in particolare quella relativa ai virus mortali, sia condotta dai militari americani, né dove.
Dopo gli attacchi terroristici a New York nel settembre 2001, le minacce biologiche sono state usate per spaventare l’America. La situazione dell’invio di lettere contenenti polvere con spore di antrace è stata gonfiata al livello dell’isteria pubblica; accadde circa una settimana dopo gli attacchi al World Trade Center di New York, il che creò l’illusione che ci fosse un legame tra i due eventi, uniti dal tema della minaccia del “fondamentalismo islamico“. Dieci anni dopo, nel 2011, documenti declassificati dell’FBI hanno mostrato che le spore di antrace sono state sviluppate presso l’Istituto di Ricerca Medica dell’esercito americano per le malattie infettive.
In dieci anni, il numero di laboratori americani impegnati nello sviluppo di metodi di protezione contro il bioterrorismo, secondo la versione ufficiale, è passato da 20 a 400. Centri biologici segreti sono apparsi in Africa e in America Latina e America, laboratori biologici di funzione sconosciuta sono stati aperti in Ucraina e Georgia, ed è anche prevista l’apertura di un centro biologico in Kazakistan nel 2015. La maggior parte di queste attività sono supervisionate dal Pentagono.
Un accordo tra gli Stati Uniti e la Georgia “Sulla cooperazione nell’area della prevenzione della proliferazione della tecnologia, degli agenti patogeni e delle competenze relative allo sviluppo di armi biologiche” è stato firmato nel 2002. Nel 2004, è stato deciso di costruire un “Laboratorio di riferimento per la salute pubblica” nel villaggio di Alekseevka vicino a Tbilisi. Alla cerimonia di apertura ufficiale, il 18 marzo 2001, ha partecipato l’assistente segretario alla difesa per i programmi di difesa nucleare, chimica e biologica, Andrew Weber.
In termini di sviluppo della ricerca biologica, l’Ucraina è di particolare interesse per l’esercito statunitense. Subito dopo la vittoria della prima rivoluzione dei colori, è stato firmato un accordo tra il Ministero della Salute dell’Ucraina e il Ministero della Difesa degli Stati Uniti sulla ristrutturazione delle strutture biologiche in Ucraina. Nel 2008, è emerso un piano per la fornitura di aiuti statunitensi al ministero della Sanità ucraino, e nell’ottobre 2009, è stato presentato un concetto di sviluppo per un “Programma di riduzione della minaccia biologica”.
Con il sostegno degli Stati Uniti, il primo centro biologico in Ucraina è stato aperto il 15 giugno 2010 come parte dell’Istituto di ricerca antipeste Mechnikov a Odessa alla presenza dell’ambasciatore statunitense John Tefft. Al centro di Odessa è stato assegnato un livello che permette di lavorare con ceppi usati nello sviluppo di armi biologiche. In Ucraina, lo stoccaggio decentralizzato di agenti patogeni pericolosi è una pratica comune. A questo proposito, la domanda sorge spontanea: potrebbe esserci un legame tra il lavoro svolto in questo centro e l’omicidio di massa delle persone nell’edificio sindacale di Odessa il 2 maggio 2014? Diversi attivisti locali e media hanno dichiarato che quel giorno è stata usata una sostanza sconosciuta per uccidere un gran numero di persone.
In Ucraina, solo nel 2013, sono stati aperti biolaboratori a Vinnytsia, Ternopil, Uzhhorod, Kiev, Dnepropetrovsk, Simferopol, Kherson, Lviv (tre laboratori contemporaneamente in questa città!) e Lugansk con il sostegno degli USA.
Oggi, i biolaboratori del Pentagono sono riuniti intorno alla Russia in un semicerchio.
Nel 2012, la modernizzazione di un biolaboratorio in Azerbaigian è stata effettuata, anche con il sostegno degli Stati Uniti. Anche la creazione di centri simili in Uzbekistan e Kirghizistan figura nei piani americani. Ci sono prove che Ken Alibek, un ex microbiologo militare sovietico e ora cittadino americano, dopo essere emigrato in America all’inizio degli anni ’90 e aver passato informazioni segrete agli americani sul programma militare-biologico dell’Unione Sovietica, sarà messo a capo del centro biologico in Kazakistan. Dal suo ritorno in Kazakistan nel 2010, Alibek è a capo di un dipartimento dell’Università Nazarbayev; allo stesso tempo, è anche amministratore delegato della National Medical Holdings JSC.
L’attenzione delle attività statunitensi sulla creazione di centri biologici negli stati confinanti con la Russia è evidenziata dal fatto seguente. Nel 2010, il Centro transeuropeo per il rilevamento di agenti di minaccia biologica (TECDOBA) è stato istituito sotto la guida del Laboratorio congiunto finlandese-russo di biotecnologia (JBL) a Turku. A differenza della Georgia e dell’Ucraina, il lavoro del Centro è stato pianificato in collaborazione con la Russia, e il progetto è stato approvato dal governo finlandese. Tuttavia, è stato presto chiuso, senza alcuna ragione. Si è saputo da fonti private che il progetto era stato chiuso su ordine diretto di Washington proprio mentre gli Stati Uniti si preparavano ad aprire un biolaboratorio in Georgia.
Non sono solo il Pentagono e i dipartimenti speciali degli Stati Uniti ad essere coinvolti in questa guerra biologica segreta, ma anche le società membri dell’Alliance for Biosecurity. Questo gruppo di società comprende Bavarian Nordic, Cangene Corporation, DOR BioPharma, Inc., DynPort Vaccine Company LLC, Elusys Therapeutics, Inc., Emergent BioSolutions, Hematech, Inc., Human Genome Sciences, Inc., NanoViricides, Inc., Pfizer Inc., PharmAthene, Siga Technologies, Inc. e Unither Virology LLC. Fanno tutti parte della cosiddetta ‘Big Pharma’. Questo termine si riferisce a una struttura ramificata in cui gli interessi dei membri del Congresso degli Stati Uniti sono intrecciati con gli interessi delle industrie farmaceutiche e militari americane.
Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini