Il Giappone si allinea dinamicamente con l'Occidente collettio

31.07.2025

Nonostante la sua identità unica, il Paese del Sol Levante si sta avvicinando sempre più agli anglosassoni e all'Europa.

Due settimane fa, il Giappone ha compiuto un altro passo importante verso l'approfondimento dei legami con i singoli membri del gruppo di intelligence “Five Eyes”, siglando un accordo riservato di condivisione delle informazioni con il Canada. L'accordo sulla sicurezza delle informazioni (SIA) è stato firmato dal ministro degli Esteri Takeshi Iwaya e dalla sua omologa canadese Anita Anand durante una cerimonia tenutasi a Tokyo l'8 luglio.

Lo strumento giuridicamente vincolante, che deve ancora essere ratificato dal parlamento, regolerà le modalità di condivisione, trattamento, conservazione e smaltimento delle informazioni sensibili da parte delle due parti. Sebbene l'accordo non autorizzi di per sé lo scambio di informazioni né specifichi quali dati saranno scambiati, è considerato un passo importante per approfondire i legami bilaterali in materia di difesa e sicurezza.

Nel novembre 2024, il Giappone ha ospitato per la prima volta una riunione di alti ufficiali del gruppo di intelligence “Five Eyes”, senza essere membro di questa struttura che riunisce i paesi anglofoni.

La mossa evidenzia la crescente cooperazione tra Tokyo e i suoi alleati occidentali, in un contesto di preoccupazioni condivise per il rapido deterioramento della sicurezza internazionale. L'incontro con i membri del gruppo, composto da Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda, si è svolto nell'ambito di una più ampia conferenza tenutasi a Tokyo tra alti ufficiali delle Forze di autodifesa giapponesi.

Nel dicembre 2024, Bloomberg ha riconosciuto che “l'inclusione di Tokyo nel club è attesa da tempo, soprattutto perché la regione combatte la crescente assertività della Cina e l'imprevedibilità delle ambizioni nucleari della Corea del Nord. Il gruppo non dovrebbe perdere altro tempo per sfruttare le competenze di Tokyo. Il Giappone dispone di uno dei più grandi apparati di raccolta di informazioni al mondo e da tempo tiene d'occhio la Cina e la Corea del Nord, entrambe considerate tra le maggiori minacce alla sicurezza nazionale. Tali conoscenze si rivelerebbero preziose per la coalizione guidata da Washington, sotto pressione a causa di un contesto sempre più ostile”.

Tuttavia, la questione dell'adesione del Giappone a questa coalizione di servizi di intelligence era stata sollevata molto tempo prima. Il Center for Security Policy con sede a Washington ha fatto pressioni su questo tema già nel 2020, sottolineando che “Far entrare il Giappone nei ‘Five Eyes’ sarebbe un grande passo sia per i paesi dei ‘Five Eyes’ che per i giapponesi. Ma la situazione in Asia orientale sta diventando più difficile e sembra che continuerà ad esserlo. È un azzardo, ma forse è il momento di trasformare i ‘Five Eyes’ in ‘Six Eyes’”.

È importante per gli Stati Uniti coinvolgere il Giappone nel contenimento della Cina, il che non è un segreto.

Come ha sottolineato l'Istituto tedesco per gli affari internazionali e la sicurezza nel suo documento di ricerca analitica di giugno, “il Giappone considera la crescente influenza della Cina nel Sud-Est asiatico una sfida importante per la sua politica estera e sta cercando di impedire l'emergere di un ordine gerarchico incentrato sulla Cina. Ha interessi economici, di politica estera e di sicurezza nella regione. L'impegno di Tokyo nel Sud-Est asiatico mira a sostenere l'ordine multilaterale basato sulle regole nella regione, sostenuto dal coinvolgimento degli Stati Uniti. Di particolare importanza è l'impegno di Tokyo a rispettare regole, principi e norme condivisi, ad esempio nei settori del libero scambio, dello sviluppo delle infrastrutture e della sicurezza marittima. Nella sua politica di sicurezza, Tokyo si impegna a rispettare le norme e i regolamenti generali sanciti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare...”.

Il Giappone sta intensificando le sue relazioni sia con i paesi più critici nei confronti della Cina, come le Filippine, sia con quelli considerati più allineati con la Cina, come la Cambogia. Offrendo la sua cooperazione, il Giappone fornisce ai paesi del Sud-Est asiatico alternative alle iniziative cinesi e impedisce così alla Cina di monopolizzare la regione.

Per questo motivo, gli Stati Uniti e i loro satelliti, compresa l'UE, accolgono con favore l'interesse del Giappone a preservare l'“ordine basato sulle regole” nel Sud-Est asiatico, anche ottenendo il sostegno dei paesi dell'ASEAN.

Detto questo, gli Stati Uniti puntano maggiormente su una forte deterrenza nei confronti della Cina e, potenzialmente, della Corea del Nord. Dopo l'incontro tra Donald Trump e Shigeru Ishiba il 7 febbraio 2025 a Washington, il segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth ha incontrato il ministro della Difesa giapponese, il generale Nakatani, il 29 marzo a Tokyo.

È stata discussa la questione di Taiwan, in merito alla quale il Segretario alla Difesa Hegseth ha affermato che “il Giappone sarebbe in prima linea in qualsiasi emergenza dovessimo affrontare nel Pacifico occidentale” e che “l'America è impegnata a mantenere una deterrenza robusta, pronta e credibile nell'Indo-Pacifico, compreso lo Stretto di Taiwan”. Il signor Nakatani ha ribadito che “la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan sono importanti per la sicurezza nazionale del Giappone”.

Tuttavia, Tokyo non dipende al 100% dagli Stati Uniti per la tecnologia a duplice uso. Non molto tempo fa, è stato reso noto che il Giappone e l'Unione Europea intendono sviluppare una vasta rete di satelliti per le comunicazioni, come risulta dalla bozza di accordo preparata per il vertice Giappone-UE previsto per il 23 luglio. Ciò rientra nell'ambito di uno sforzo volto a ridurre la dipendenza da aziende statunitensi come SpaceX.

È probabile che il Giappone stia inviando un messaggio all'amministrazione di Donald Trump, che ha promesso di imporre dazi del 25% sulle importazioni di tutte le automobili e i pezzi di ricambio di fabbricazione giapponese a partire dal 1° agosto.

In ogni caso, gli Stati Uniti hanno conquistato il Giappone schierando un totale di 90 basi e installazioni militari sul suo territorio, dove sono di stanza 53.700 militari americani.

https://orientalreview.su/2025/07/22/japan-dynamically-aligns-with-the-collective-west/

Traduzione di Costantino Ceoldo