La nuova Yalta e l'ascesa del multipolarismo
Ottant'anni fa, il 4 febbraio 1945, ebbe inizio la Conferenza di Yalta delle potenze alleate, un incontro che diede forma all'ordine mondiale dopo la sconfitta della Germania nazista. La sconfitta era già inevitabile e i leader dei campi vincitori - il blocco sovietico e il mondo occidentale liberal-capitalista - gettarono le basi per l'assetto globale postbellico e post-nazista.
Quest'ordine era caratterizzato dall'esistenza di due soli campi, due blocchi con due ideologie opposte, che si dividevano il mondo e si assegnavano sfere di influenza. Questo modello, in linea di massima, è persistito fino allo scioglimento del Patto di Varsavia e, infine, al crollo della stessa Unione Sovietica. Con questo crollo, il sistema di Yalta è effettivamente terminato, lasciando il posto a un mondo unipolare.
Non sorprende quindi che l'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) - in sostanza, un'organizzazione occulta e sovversiva - abbia svolto un ruolo significativo nel plasmare lo Stato russo post-sovietico. Ha influenzato la Costituzione dell'era Eltsin, i nuovi codici fiscali e fondiari e altri cambiamenti strutturali. Questo ha segnato il trionfo dell'ordine mondiale unipolare, con il completo smantellamento di Yalta.
Ora si prospetta un incontro tra Putin e Trump. In effetti, si tratta di due grandi figure politiche, due leader che rappresentano due Stati civili. Ma il loro incontro, allo stato attuale, non sarà ancora la “Nuova Yalta”, che definirà i parametri del prossimo ordine mondiale, che non potrà che essere multipolare. Affinché si arrivi a un vero negoziato sul destino dell'umanità, devono essere soddisfatte due condizioni fondamentali. In primo luogo, Putin e Trump da soli non sono sufficienti. In secondo luogo, affinché la Russia possa partecipare pienamente alla riorganizzazione dell'architettura globale, deve raggiungere una tappa fondamentale: la vittoria sul globalismo in Ucraina. Proprio come Stalin ebbe la meglio su Hitler nella Grande Guerra Patriottica, Putin deve ottenere la vittoria in Ucraina.
Sì, ci stiamo muovendo verso questo obiettivo e lo raggiungeremo. Ma solo dopo la vittoria in Ucraina avranno luogo negoziati veramente significativi tra la Russia e la civiltà occidentale. Tuttavia, anche questi negoziati non finalizzeranno l'architettura globale, poiché un mondo multipolare richiede la partecipazione di altri Stati della civiltà. Come minimo, la Cina e l'India devono essere coinvolte, portando a negoziati almeno quadripartiti.
Inoltre, l'Europa sta prendendo sempre più le distanze dagli Stati Uniti, formando un modello geopolitico distinto. L'Europa diventa quindi un altro potenziale partecipante. Dobbiamo anche considerare il mondo islamico, con il suo miliardo di aderenti, così come l'Africa e l'America Latina. Questi rappresentano tre ulteriori attori civilizzati, le cui prospettive non possono essere ignorate nella nuova architettura globale.
Tuttavia, il nuovo ordine mondiale si sta già delineando in mezzo alla guerra civile in corso negli Stati Uniti, tra i sostenitori di Trump e lo “Stato profondo”, l'élite globalista fanatica all'interno dell'America stessa. È significativo che i Democratici abbiano organizzato manifestazioni a sostegno dell'USAID, che era stata chiusa da Trump e Musk, riconoscendo che l'agenzia detiene documenti che potrebbero potenzialmente incriminare gran parte della leadership del Partito Democratico e anche parti del Partito Repubblicano.
Per questo l'America è attualmente coinvolta in un conflitto civile. Trump deve vincere questo conflitto e iniziare a costruire il suo modello americano. Allo stesso modo, la Russia deve vincere la sua guerra in Ucraina, sconfiggendo i globalisti e i loro burattini sul campo di battaglia. Anche la Cina, l'India, l'Africa e l'America Latina dovranno dare prova di sé di fronte alle nuove sfide. Il mondo islamico, da parte sua, è attualmente messo alla prova dalla sfida del progetto della “Grande Israele”.
Quindi, per ribadire, non siamo ancora nella situazione di un nuovo mondo di Yalta, dove due campi hanno già sostanzialmente trionfato su un terzo e si preparano a definire il prossimo ciclo della storia mondiale. Per ora, siamo ancora in pieno conflitto e forse anche sull'orlo di una guerra su larga scala. Solo quando queste guerre saranno terminate e si conosceranno i vincitori e gli sconfitti, si potrà parlare di incontri veramente fatidici tra i grandi leader delle grandi potenze per stabilire la struttura di un nuovo ordine mondiale.
Traduzione di Costantino Ceoldo