Richard Black scrive ancora

03.10.2022

Distruzione attraverso preventiva umiliazione. È così che si potrebbe descrivere l’obbiettivo che l’Occidente collettivo vuole raggiungere con la Russia. Ed è per ottenere la scomparsa della nazione russa, del popolo russo, dell’intero etnos russo che stiamo assistendo ad una continua escalation di provocazioni ed attacchi che vanno perfino oltre la tradizionale e vecchia russofobia di certe élite occidentali.

Ultimo in ordine di tempo, l’attacco ai gasdotti Nord Stream 1 e 2 il cui sabotaggio con l’esplosivo li ha resi completamente inutilizzabili.

L’attacco che Stati Uniti e Inghilterra hanno realizzato non è solo contro la Russia ma anche contro la Germania che vede sfumare il suo sogno egemonico in Europa e la sua indipendenza dagli angloamericani, aspirazioni entrambe basate sull’energia a buon mercato derivante dal gas russo.

Solo chi non vuole vedere la realtà sotto i propri occhi può, infatti, credere che Londra e Washington siano estranee a quanto accaduto nel Mar Baltico e quanto il precedente della distruzione di un gasdotto internazionale sia inaudito per gravità.

Ogni azione dell’Occidente collettivo, ogni affermazione, ogni provocazione ci avvicina quindi sempre di più alla possibilità di un olocausto nucleare. Tra coloro che vedono la realtà in tutta la sua drammaticità c’è Richard Black, ex senatore del Senato della Virginia e colonnello in congedo del corpo dei Marines. I nostri lettori lo ricorderanno per le sue idee coraggiose e oneste sulla crisi siriana, l’epidemia mondiale di Covid e perfino la situazione nella nostra amata Italia durante le chiusure imposte dai governi allora in carica.

Sempre più spesso si sente parlare di attacchi nucleari preventivi americani contro la Russia e della possibilità di combattere una guerra nucleare limitata e vittoriosa per gli Stati Uniti. Black è di un altro parere e lo ha espresso chiaramente nella sua lettera al Congresso americano del 27 settembre [1].

La riporto qui per i lettori:

“Cari rappresentanti e senatori,

Sono turbato dalle discussioni sul lancio di un attacco nucleare contro la Russia. Di tanto in tanto, alti esponenti Repubblicani e Democratici hanno suggerito l’impiego di tali armi. Questo sembra essere uno sforzo deliberato per abituare gli americani all’idea di una guerra nucleare.

Ora, anche l’ufficio di Zelensky si è lanciato in questa impresa. Il 21 settembre 2022, Newsweek ha pubblicato questo titolo: “Gli Stati Uniti devono minacciare la Russia con un attacco nucleare: Ucraina”. L’articolo cita Mykhailo Podolyak, assistente senior di Zelensky: “Gli altri Stati nucleari devono dire con molta fermezza che non appena la Russia penserà di effettuare attacchi nucleari su un territorio straniero – in questo caso il territorio dell’Ucraina – ci saranno rapidi attacchi nucleari di ritorsione per distruggere i siti di lancio nucleare in Russia”.

Naturalmente, è impossibile limitare gli attacchi nucleari di rappresaglia alla distruzione dei soli siti di lancio. Non solo i danni sarebbero estesi, ma la Russia sarebbe costretta a rispondere in maniera concreta alle minacce rivolte alla sua capacità di deterrenza nucleare. La Russia lancerebbe una risposta nucleare immediata e massiccia, comprendente missili ipersonici aerei e terrestri e missili balistici lanciati da sottomarini. Ogni sottomarino russo scaricherebbe 100 testate nucleari, sufficienti a incenerire l’intera regione della capitale nazionale o il cuore industriale dell’Europa occidentale.

Mentre la guerra ucraina si trascina, i globalisti stanno marciando inesorabilmente verso questo Armageddon nucleare. Perché?

Non ci sarebbe stata nessuna guerra se non avessimo rovesciato il governo democraticamente eletto dell’Ucraina estromettendo con la violenza il presidente Yanukovych nel 2014. In seguito, abbiamo favorito la guerra inondando l’Ucraina di massicce spedizioni di armi.

Gli Stati Uniti avrebbero potuto ottenere la pace semplicemente facendo pressione sull’Ucraina affinché attuasse gli accordi di pace di Minsk del 2014 che aveva firmato, stabilendo un quadro chiaro per risolvere pacificamente le questioni in sospeso. L’Ucraina ha promesso di attuare gli accordi di Minsk, ma ha scelto invece di fare la guerra nel Donbass per i successivi sette anni. Gli attacchi dell’Ucraina hanno ucciso 14.000 persone prima che la Russia entrasse in guerra.

Due mesi dopo l’ingresso della Russia in Ucraina, Russia e Ucraina stavano finalizzando una bozza di accordo di pace. Tuttavia, il Primo Ministro Boris Johnson volò improvvisamente a Kiev per bloccare l’implementazione, senza dubbio coordinandosi prima con il Dipartimento di Stato americano. La guerra sarebbe continuata, nonostante il desiderio di pace delle parti.

La NATO ha avuto molte opportunità di pace, ma ha deliberatamente scelto la guerra. Gli Stati Uniti si sono resi conto che, con la Russia con le spalle al muro, non avrebbero avuto altra scelta che attaccare. Nel 2007, l’ambasciatore americano in Russia, William Burns, aveva avvertito che il movimento di assorbimento dell’Ucraina nella NATO avrebbe potuto scatenare una guerra tra Ucraina e Russia. Ciononostante, l’amministrazione Obama ha rovesciato il presidente ucraino e ha fatto affluire armi, sapendo che ciò avrebbe scatenato la guerra.

Oggi, dei ricchi globalisti hanno miliardi in gioco e intendono ottenere i loro profitti di guerra anche se ciò significa mettere in gioco la vita di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo.

Pochi americani sapevano qualcosa dell’Ucraina prima del 24 febbraio. L’Ucraina si trovava in Sud America, in Asia, in Africa o in Europa? Molti americani non avrebbero saputo rispondere a questa domanda. Ma ora, per affrontare una disputa di confine locale dall’altra parte del globo, i falchi di guerra chiedono passi concreti verso una guerra nucleare che potrebbe sterminare il 60% dell’umanità, riducendo il genere umano ad uno stato primitivo.

I presidenti Eisenhower, Kennedy, Johnson, Nixon, Ford, Carter, Reagan e Clinton hanno affrontato il confronto nucleare con la massima cautela. Ma l’amministrazione Obama ha cambiato rotta quando ha sconsideratamente rovesciato il governo ucraino nel 2014 e ha inondato l’Ucraina di armi dirette alla Russia. Lo ha fatto sapendo di minacciare l’interesse nazionale più vivo della Russia: la difesa del suo territorio dall’aggressione nucleare.

Ora, l’amministrazione Biden minaccia di gettare la cautela al vento. Molti dei suoi alleati suggeriscono un gioco di prestigio in cui gli Stati Uniti e la NATO sparano missili nucleari in risposta all’uso di tali armi da parte della Russia per difendere il proprio territorio. In altre parole, distruggeremmo il mondo intero per dire: “Ah sì? Bene, prendete questo!”.

La semplice vendetta giustificherebbe l’uccisione di centinaia di milioni di persone ignare? Dovremmo annientare la popolazione mondiale per intervenire in una guerra di confine in cui gli Stati Uniti non hanno alcun interesse nazionale vitale?

Gli Stati Uniti possono porre immediatamente fine a questa guerra rendendo l’Ucraina uno Stato neutrale e non allineato, proprio come abbiamo fatto durante la Guerra Fredda con l’Austria nel 1955. Certo, ci sarebbero alcuni aggiustamenti territoriali derivanti dalla guerra. Ma la pace porrebbe fine allo spargimento di sangue in corso, eviterebbe una conflagrazione nucleare e garantirebbe all’Ucraina sicurezza e indipendenza a lungo termine.

La guerra nucleare è impensabile; la pace è la migliore linea d’azione. Vi prego di prenderla in considerazione.”

Fin qui la buona volontà di Richard Black e la sua profonda umanità ma il problema potrebbe essere più tragico di quel che sembra a prima vista e travalicare i limiti del confronto ideologico e dell’eterna lotta per il potere e la gloria terrena.

Secondo Youssef Hindi la battaglia in atto è parte di una guerra escatologica che negli ultimi anni è stata fatta propria anche da strati via via più ampi dell’intelligencija russa laddove, ai tempi dell’Unione Sovietica e del materialismo dialettico, il lato escatologico era prerogativa occidentale dietro il paravento della difesa della “democrazia” dall’assolutismo comunista. In un suo articolo piuttosto lungo (che il lettore attento dovrebbe comunque affrontare) Hindi afferma che da molto tempo non esiste più un’Europa e un America cristiane le cui radici affondino saldamente nel Dio del Vangelo. Sotto la patina del cristianesimo cattolico e protestante in realtà scorre, sempre più tumultuosa e dal Vecchio al Nuovo Mondo, la corrente del messianesimo ebraico-sionista che vede nella Russia la terra di origine di Gog e Magog e quindi delle forze che sono una minaccia esistenziale insanabile per Israele e gli ebrei tutti. 

Questo spiegherebbe l’atteggiamento occidentale verso la Russia, l’incredibile russofobia che sfocia nell’autodistruttività tendente al suicidio collettivo di tutta la civiltà occidentale e, alla fine, umana.

Che i pezzi sulla scacchiera non siano di pura e semplice materia inanimata lo riconosce poi anche Thierry Meissan quando, in un suo breve articolo, ci spiega perché i miliziani del Battaglione Azov abbandonino insepolti i corpi dei propri commilitoni uccisi in combattimento: adepti (sic) del filosofo e mistico Dmytro Donstov, sono convinti di discendere dai vichinghi Variaghi e che le Valchirie scendano sul campo di battaglia e scelgano i guerrieri migliori per formare l’esercito del Crepuscolo, così da combattere alla fine dei tempi l’ultima battaglia contro i russi.

Quello che inizialmente era un gruppo di imbecilli da stadio con la fissa del cosplay nazista è ora una milizia addestrata ed agguerrita, con una sovrastruttura ideologica più sofisticata di quello che aveva all’inizio. I metodi per ottenere questo risultato probabilmente sono gli stessi usati dagli americani (dagli americani?) per creare l’ISIS e questa circostanza potrebbe spiegare l’incredibile e assordante silenzio di Israele. Lo Stato ebraico, infatti, ha sempre incredibilmente taciuto quando i neonazisti ucraini hanno sfilato in parata per le vie di Kiev con tutti i loro bei ninnoli e simboli nazisti in bella vista.

Come si può capire la situazione è molto complicata e tesa e per questo motivo le persone come Richard Black sono ancora più preziose e meritano di essere ascoltate attentamente. Che poi lo siano, solo il futuro ce lo potrà dire.

[1] https://disk.yandex.com/i/0HQxHTu9GhTBaA