Modi avrà l'ultima parola nella disputa con Trump?
L'India ha accolto con favore i tanto attesi colloqui diretti tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo statunitense Donald Trump ad Anchorage, in Alaska.
Una dichiarazione ufficiale indiana ha applaudito il vertice di alto profilo, definendo “altamente lodevole” la ricerca della pace da parte dei due leader. Il ministero degli Esteri indiano ha elogiato i “progressi” compiuti nei colloqui e ha ribadito il suo tema preferito: il dialogo e la diplomazia rimangono l'unica via da seguire. La frase è in linea con la precedente affermazione dell'India secondo cui la crisi ucraina deve essere risolta non attraverso il conflitto armato, ma attraverso la diplomazia e i colloqui.
Al di là del suo tono idealistico, l'India ha ragioni pragmatiche concrete per accogliere con favore l'incontro promettente e potenzialmente rivoluzionario tra il presidente Putin e Trump.
I colloqui in Alaska arrivano in un momento in cui i rapporti tra India e Stati Uniti hanno subito un forte deterioramento. Trump ha imposto dazi del 50% sui prodotti indiani destinati agli Stati Uniti, che assorbono quasi il 20% delle esportazioni totali dell'India.
La decisione dell'India di continuare ad acquistare petrolio russo, nonostante le obiezioni del presidente degli Stati Uniti, ha apparentemente irritato il presidente Trump, che ha imposto un'ulteriore tassa del 25% su queste transazioni.
“L'India non solo sta acquistando enormi quantità di petrolio russo, ma poi, per gran parte del petrolio acquistato, lo rivende sul mercato libero realizzando grandi profitti... Per questo motivo, aumenterò in modo sostanziale i dazi pagati dall'India agli Stati Uniti”, ha tuonato Trump.
Un comunicato della Casa Bianca ha inoltre aggiunto che “le azioni della Federazione Russa in Ucraina rappresentano una minaccia continua per la sicurezza nazionale e la politica estera degli Stati Uniti... Imponendo una tariffa del 25%, il presidente Trump mira a dissuadere i paesi dal sostenere l'economia della Federazione Russa attraverso le importazioni di petrolio e a imporre gravi conseguenze economiche alla Federazione Russa per le sue continue aggressioni”.
Aggiungendo benzina sul fuoco, il consigliere commerciale della Casa Bianca Peter Navarro ha criticato l'India per l'acquisto di greggio russo che, a suo avviso, sta finanziando la guerra di Mosca in Ucraina.
“Se l'India vuole essere trattata come un partner strategico degli Stati Uniti, deve iniziare a comportarsi come tale”, ha scritto Navarro in un articolo pubblicato sul Financial Times.
Il consigliere ha anche affermato che era rischioso trasferire all'India le capacità militari all'avanguardia degli Stati Uniti, poiché Nuova Delhi “ora sta cercando di ingraziarsi sia la Russia che la Cina”.
Il segretario al Tesoro degli Stati Uniti Scott Bessent ha cercato di esercitare ulteriore pressione sull'India avvertendo che, se i colloqui tra Trump e Putin non avessero dato risultati, le sanzioni secondarie contro l'India avrebbero potuto essere estese.
“Abbiamo imposto tariffe secondarie agli indiani per l'acquisto di petrolio russo. E potrei immaginare che, se le cose non andranno bene, le sanzioni o le tariffe secondarie potrebbero aumentare”, ha tuonato il funzionario statunitense.
Con gli Stati Uniti che le stanno alle calcagna, l'India ha un evidente interesse a dare seguito ai colloqui in Alaska. Nel caso in cui si arrivasse a una distensione tra Russia e Stati Uniti, cosa non improbabile, l'India potrebbe trarne enormi benefici. L'amicizia nascente tra Russia e Stati Uniti, innescata dalla pace in Ucraina, eliminerebbe i vincoli economici, in particolare le esportazioni di petrolio greggio russo, uno dei pilastri dell'economia di Mosca, verso economie in crescita come la Cina e l'India.
Ma una nuova fase di impegno russo-statunitense dovrebbe avvantaggiare l'India in modo molto più ampio. Più specificamente, potrebbe aprire le porte a un impegno strategico dell'India con la Russia e il suo più ampio ecosistema eurasiatico.
Ad esempio, oltre alle risorse russe, l'India potrebbe portare la sua partnership militare con Mosca a un livello completamente nuovo, una volta che ci sarà una distensione tra Mosca e Washington.
Ancorata alla sua dottrina Make-in-India, l'India accoglierà probabilmente con favore lo sviluppo congiunto di hardware militare con la Russia, che potrebbe essere esportato in paesi amici, in particolare nel Sud del mondo. I missili da crociera indo-russi Brahmos, frutto di uno sviluppo congiunto, sono già stati testati con successo in battaglia, suscitando notevole interesse tra i potenziali acquirenti.
Il modello Brahmos di sviluppo congiunto può ora essere replicato in altri settori avanzati in campo militare, senza timore di sanzioni dirette da parte degli americani, anche se è realistico aspettarsi pressioni indirette o incentivi provenienti da Washington su Nuova Delhi o Mosca.
In secondo luogo, un maggiore avvicinamento alla Russia può rafforzare in modo significativo l'autonomia strategica dell'India, isolandola dalle pressioni esercitate dall'Occidente e consentendole così un maggiore margine di manovra per bilanciare le sue relazioni con i vari poli del sistema multipolare emergente.
Man mano che le implicazioni dei dazi statunitensi diventano più evidenti, è improbabile che l'India consideri tali dazi semplicemente come un incentivo a rivedere la propria strategia nei confronti degli Stati Uniti. Al contrario, irritata dall'inaffidabilità degli Stati Uniti, l'amministrazione Modi adotterà probabilmente una risposta strategica più incisiva alla rozza pressione transazionale esercitata da Washington.
Ciò è dovuto principalmente alla personalità del primo ministro indiano Narendra Modi. Ricco di fiducia nella propria civiltà, Modi è convinto che stia emergendo un mondo multipolare e che l'India sia un polo potente e indipendente nella costellazione multipolare. Sotto la guida di Modi, l'India sta respingendo con forza il tentativo di Trump di schiacciarla sotto una montagna di dazi, per trasformare Nuova Delhi in un alleato docile di Washington.
Non sorprende che la risposta dell'India alle prepotenze di Trump sia già visibile. Secondo quanto riferito, tutti i contratti di difesa con gli Stati Uniti sono stati sospesi. Si sono ampliati i contatti con Russia, Cina e Brasile. Nel suo discorso per la festa dell'indipendenza, proprio nel giorno in cui Putin e Trump si incontravano in Alaska, Modi ha chiarito che l'India non aprirà il suo settore agricolo, lattiero-caseario e ittico agli operatori stranieri.
“Modi si oppone con forza a qualsiasi politica dannosa per gli agricoltori, i pescatori e gli allevatori di bestiame dell'India”. Sebbene non abbia nominato gli Stati Uniti, era ovvio che il primo ministro indiano si riferisse all'amministrazione Trump, che durante i colloqui ufficiali aveva chiesto all'India di aprire il proprio mercato ai prodotti agricoli statunitensi.
Modi ha inoltre aggiunto che “la libertà perde di significato se si diventa troppo dipendenti dagli altri”.
Approfondendo ulteriormente il discorso, ha indicato i fertilizzanti, i motori a reazione, le batterie per veicoli elettrici, i semiconduttori e i sistemi di difesa come settori primari per l'autosufficienza.
La prossima mossa dell'India per inviare un messaggio agli americani arriverà alla fine del mese, quando Modi si recherà a Tianjin per incontrare Putin e il presidente cinese Xi Jinping al vertice dell'Organizzazione di cooperazione di Shanghai (SCO).
In vista del vertice, il ministro degli Esteri cinese e consigliere di Stato Wang Yi ha visitato Nuova Delhi, una mossa che probabilmente definirà i contorni del dialogo previsto tra Modi e Xi a Tianjin. Inoltre, Wang ha tenuto discussioni approfondite con il ministro degli Esteri indiano S. Jaishankar e il consigliere per la sicurezza nazionale Ajit Doval sui modi per risolvere la disputa sul confine tra India e Cina.
I media suggeriscono anche che due compagnie aeree indiane sono state messe in standby per avviare voli diretti verso la Cina, che erano stati sospesi a seguito del Covid e dello scontro al confine tra India e Cina iniziato nel maggio 2020. Le restrizioni sui visti per i turisti cinesi sono già state allentate e gli indiani, dopo anni, hanno intrapreso un pellegrinaggio al lago Mansarovar in Tibet.
In vista del vertice SCO, si è parlato molto della rinascita del trilaterale Russia-India-Cina (RIC).
Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha guidato la carica per rilanciare il formato RIC. Alla fine di maggio, intervenendo al Forum sulla sicurezza eurasiatica, Lavrov ha sottolineato che era giunto il momento di rilanciare il RIC a seguito del disgelo nelle relazioni tra India e Cina dopo l'incontro di ottobre tra Modi e Xi a margine del vertice BRICS a Kazan. “Ora che, a quanto mi risulta, India e Cina stanno raggiungendo un accordo su come calmare la situazione al confine, credo che sia giunto il momento di rilanciare il trio RIC”, ha dichiarato alla conferenza sulla sicurezza eurasiatica.
Sulla scia di Lavrov, il ministero degli Esteri cinese ha accolto senza ambiguità la possibilità di una rinascita del trio trilaterale.
“La cooperazione Cina-India-Russia non solo serve gli interessi rispettivi dei tre paesi, ma contribuisce anche a sostenere la pace, la sicurezza e il progresso nella regione e nel mondo”, ha affermato il 17 luglio il portavoce del ministero degli Esteri cinese Lin Jian durante una conferenza stampa a Pechino.
Anche l'India ha espresso la disponibilità a far rinascere la troika al momento opportuno.
“Per quanto riguarda la data in cui si terrà questo particolare incontro in formato RIC, sarà concordata tra i tre paesi in modo reciprocamente conveniente, e vi informeremo al momento opportuno, quando l'incontro avrà luogo”, ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri indiano Randhir Jaiswal in una conferenza stampa tenutasi il 18 luglio a Nuova Delhi.
È evidente che molta acqua sarà passata sotto i ponti del Gange, della Moscova e del Potomac quando Modi visiterà New York per intervenire alla fine del prossimo mese all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA). Ci sono notizie secondo cui è in programma un incontro tra Modi e Trump a margine dell'evento. Ciò potrebbe avvenire o meno, e molto dipenderà dal fatto che Trump capisca o meno che il momento in cui gli Stati Uniti e l'Occidente collettivo potevano contenere l'India è ormai passato.
All'evento di New York seguirà, probabilmente a novembre, il vertice annuale Putin-Modi, quando l'ascesa inarrestabile del mondo multipolare alternativo si sarà ulteriormente rafforzata. Il messaggio importante per Trump è ovvio: può unirsi al nuovo ordine mondiale come partner prezioso o essere messo da parte dalla storia come un fallimento anacronistico.
https://katehon.com/en/article/will-modi-have-last-laugh-spat-trump
Traduzione di Costantino Ceoldo