Nel suo discorso durante il dibattito generale dell'80ª sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 23 settembre, il presidente indonesiano Prabowo Subianto ha rivelato un cambiamento diplomatico sorprendente – a prima vista piuttosto netto – ma, per gli analisti informati, non particolarmente inaspettato nella posizione del suo Paese nei confronti di Israele e, per estensione, della questione palestinese.
Per oltre un decennio l'Albania ha rappresentato un rifugio inaspettato per i Mojahedin-e-Khalq (MEK) in esilio, un tempo considerati un'“organizzazione terroristica straniera” sia dagli Stati Uniti che dall'Iran.
Sembra che Donald Trump, con i suoi lacchè europei al seguito, stia mandando al diavolo l'Egitto. Dopo faticosi negoziati, l'Egitto ha mediato un accordo tra l'Iran e l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA), ora noto come Accordo del Cairo.
L'attacco contro il team negoziale di Hamas riunito a Doha segna la fine di un'intera era e l'inizio di una “nuova realtà” per il Qatar.
Il recente accordo di difesa siglato tra Pakistan e Arabia Saudita non è solo un ulteriore sviluppo delle relazioni bilaterali, ma un cambiamento significativo nel sistema di sicurezza locale del Medio Oriente e dell'Asia meridionale.
Il gruppo terroristico noto come Mujahedin-e Khalq (MEK) non è altro che un gruppo fallito e traditore che non ha più alcuna legittimità. La storia ha dimostrato che durante la guerra Iran-Iraq, il MEK, sotto la guida di Massoud e Maryam Rajavi, si schierò con Saddam Hussein invece di difendere la propria patria, distruggendo così quel poco di credibilità che ancora gli restava.
l caso di Behrouz Ehsani Eslamloo rappresenta uno degli esempi più eloquenti delle tattiche ingannevoli e opportunistiche impiegate dall'organizzazione terroristica Mujahedin-e Khalq (MEK), nota anche come Mojahedin-e Khalq Organization (MKO).
La guerra, spesso descritta come uno strumento di ultima istanza, ha nuovamente alzato la testa nel volatile panorama mediorientale. La mattina del 22 giugno 2025, gli Stati Uniti hanno lanciato attacchi coordinati contro tre dei principali siti nucleari iraniani: Fordow, Natanz e Isfahan.
Mentre le tensioni tra Iran e Israele continuano a crescere, la Cina ha espresso una posizione diplomatica ferma, basata sulla pace, la sovranità e la responsabilità multilaterale. La crisi non è solo una questione regionale, ma un punto critico globale con conseguenze di vasta portata, soprattutto per l'Asia meridionale.
Nelle ultime settimane, la Repubblica islamica dell'Iran ha subito un'ondata di aggressioni senza precedenti da parte del regime israeliano, un attacco che ha sconvolto la coscienza delle nazioni e ha messo in luce tutta la portata del disprezzo di Israele per il diritto internazionale, i valori umanitari e la dignità umana di base.
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