Lo specchio di Narciso

01.08.2025

La società moderna, nel nostro “Occidente collettivo” ma anche in altre parti del mondo, ha sempre più i tratti della decadenza e di un vero e proprio culto per il proprio degrado e la propria autodistruzione. È come se una stanchezza di vivere e di crescere si fosse impossessata delle genti moderne, che si trastullano guardandosi allo specchio in attesa di un reset del sistema in cui vivono, un Armageddon che temono, naturalmente, ma che forse segretamente anche anelano.

I cosiddetti “influencer” lanciano vere e proprie mode incisive quanto effimere e seducono con le loro omelie da Youtuber le parti più deboli del nostro animo. Molte persone li imitano, credendo che essere ed apparire siano la stessa cosa. Non è così ma il filtro della gratificazione momentanea è molto potente ed efficace.

Siamo forse in presenza di un narcisismo di massa e patologico? Roberto Giacomelli, che ho già intervistato in passato alcune volte (per esempio qui e qui), ritiene di sì e ha dedicato a questo aspetto della nostra società il suo ultimo saggio Lo specchio di Narciso, pubblicato recentemente con i tipi di Passaggio al Bosco.

1) Chi è il narcisista, storicamente e nella nostra società contemporanea?

R) Il narcisista è un soggetto caratterizzato da un cattivo funzionamento psichico e, ad un’attenta analisi, grandi personaggi storici rientrano in questa categoria. Napoleone Bonaparte, genio militare e politico di valore, nel racconto della madre sembrerebbe avere caratteristiche narcisistiche fini dall’infanzia. Nella letteratura Dorian Gray, il personaggio del romanzo di Oscar Wilde, bellissimo giovane innamorato di sé stesso, è un narcisista. Personaggi reali o di fantasia grandiosi e la grandiosità stessa è una caratteristica del narcisismo, che nella sua versione benigna è caratteristica di geni e grandi artisti. Nella società contemporanea, dove il narcisismo è divenuto disturbo di massa, la genialità raramente compare, mentre l’esigenza di apparire, la percezione di sé data dal giudizio altrui, la mancanza di empatia descrivono un soggetto debole e altamente problematico.

2) Come mai questa figura ha apparentemente così tanto successo e sembra addirittura un “vincente”?

R) I disvalori della società del capitalismo terminale, sono perfettamente incarnati dal narcisista, perciò questa figura è considerata un soggetto di successo da ammirare e quando è possibile emulare. Manager spietati e privi di scrupoli, cantanti e attori cinematografici schiavi di alcol e droghe, influencer privi valori e dignità che vendono la propria immagine, sono gli sciagurati eroi di una società morente. Rappresentano, nonostante il vuoto spirituale e l’assoluta mancanza di etica, il prototipo perfetto dell’homo oeconomicus, colui che ha passione esclusiva per i propri interessi individuali e materiali. Il cittadino che non vive nella e per la comunità, ma è isolato in un malato individualismo, caratteristico della società liberista. Senza ideali, senza sentimenti, senza fede, vive come un essere ad una dimensione: quella del profitto e dello sfruttamento.

3) Nel suo ultimo saggio come in altri lei parla di "società nutritiva". Potrebbe spiegarci il significato di queste sue parole?

R) Con società nutritiva indico la fase storica in cui domina il piacere derivato dalla stimolazione della bocca, fase sessuale regredita dell’adulto che concentra la libido, quindi il piacere, nella zona orale come un bambino. Caratteri distintivi della fase orale sono la passività, la dipendenza e l’egocentrismo, aspetti eminenti dell’uomo contemporaneo schiavo del cibo e dell’acquisto compulsivo di oggetti, nutrimento simbolico. Tendenza al vittimismo, al lamento, alla ricerca spasmodica di protezione e assistenza, al compiacimento per la propria debolezza e fragilità. Spesso tabagisti, bevitori, tossicodipendenti e divoratori compulsivi, divengono obesi incarnando i tratti somatici dell’infante. Schiavi del “Principio di Piacere”, che esige l’immediata soddisfazione di ogni pulsione, perché incapaci di resistere essendo deboli e privi di volontà. Un perfetto narcisista, il triste protagonista del tempo della dissoluzione.

4) Quale è quindi il rapporto tra il narcisista e società nutritiva?

R) Il rapporto tra il narcisista e la società nutritiva è di dipendenza, la debolezza, la fragilità vantate e praticate come stile di vita fanno di questo soggetto disturbato il protagonista assoluto della nostra società. La mancanza di valori, di idee, di spiritualità, dovuta all’assenza di figure paterne, sostituite da mamme iperprotettive e dominanti, in una società femminilizzata, che sfrutta le donne investendole di responsabilità e compiti maschili, produce uomini deboli e paurosi. Il narcisista è stato al centro dell’attenzione materna, coccolato e difeso dal contatto con la realtà, soccombe quando si scontra con le difficoltà e i dolori della vita. Non sopporta l’abbandono e arriva ad uccidere se lasciato, teme la solitudine e soffre di disturbo dipendente di personalità, schiavo di partner che non ama, ma sfrutta per la sua sopravvivenza psichica.

5) Quando la nostra società ha cominciato a delineare i tratti di questa sua malattia dello spirito?

R) Il narcisismo nasce con lo spirito del capitalismo, nel borgo medievale, quando il battito dell’orologio comunale sostituisce il suono delle campane, quando l’eterno legame tra l’uomo e il divino si scioglie definitivamente. L’emozione prevalente dello spirito capitalista è l’egoismo e la pulsione primaria è la spinta compulsiva all’accumulo come manifestazione di continuità e conquista dell’eternità. Sublimazione inconscia della paura della morte, sentita come punizione finale, come anticamera di quell’inferno che teneva nel terrore gli uomini di quell’epoca lontana. Il capitalismo prospera con l’individualismo, con la scomparsa della spiritualità e la perdita dei valori ed il conseguente trionfo del vuoto che sfocerà nel moderno nichilismo. Soggetti isolati dalla propria comunità, indeboliti, spaventati, per sentirsi accettati si circondano di oggetti da esibire, come pretende la società dei consumi. Il mercante medievale, privo di nobili natali e dello spirito marziale del cavaliere, della sapienza dei chierici, della comunione con la natura dei contadini, trova l’emancipazione sociale nell’esibizione della sua ricchezza economica.  Primo esempio di narcisismo, mostrare agli altri per essere riconosciuti.

6) Quanto influenzano i media moderni la percezione che abbiamo di noi stessi?

R) I media influenzano pesantemente l’uomo contemporaneo promuovendo in modo martellante pubblicità invadenti che propongono un’immagine di persone sempre giovani, belle, felici grazie al possesso di oggetti spesso inutili e costosi. Queste immagini fuorvianti rafforzano l’esigenza di possedere per apparire caratteristica del narcisismo di massa, più si ha e si esibisce più ci si sente accettati e importanti. La percezione di sé del narcisista dipende dal giudizio altrui, quindi incarnare i modelli vincenti proposti dai media diviene essenziale per sentirsi vivi.

7) Narcisismo ma anche transumanesimo, wokismo e una certa paura di vivere, invecchiare e morire. Tutto collegato?

R) L’immagine stereotipata del moderno narciso è l’eterno giovane, perché la vecchiaia riporta inconsciamente all’idea della morte, temuta ed esorcizzata dalla società nutritiva degli eterni poppanti. La scomparsa dei riti di passaggio delle antiche società lascia gli esseri umani privi di quelle fondamentali conoscenze iniziatiche che scongiuravano la paura dell’annientamento nel buio della morte. Questo passaggio un tempo vissuto come continuità della vita in una nuova dimensione, nel nostro tempo è rimosso e incombe come una maledizione sull’uomo contemporaneo. Tutti vogliono essere giovani e vivere per sempre ingannando la morte. Il transumanesimo ed il dominio della tecnologia alimentano il sogno prometeico dell’immortalità, ottenuta con innesti innaturali e ibridazioni con le macchine. Dimenticando che l’immortalità si ottiene con il superamento della dimensione umana nella trascendenza verso il divino, pratica magica da sempre contemplata nelle discipline esoteriche.

8) A chi giova questo modo di vivere, questa società così pesantemente sbilanciata?

R) La crisi del mondo moderno giova a quelle forze metapolitiche che da sempre agiscono dietro le quinte della Storia, usando come arma l’economia e classi politiche asservite. Poteri occulti che hanno portato l’umanità ad un punto di non ritorno, funzionale alla fase terminale del ciclo cosmico. Sicuramente non giova alle persone che ogni giorno combattono per sopravvivere ad un mondo sempre più tenebroso e difficile, dove l’ambiente è inquinato, la miseria cresce insieme alla disperazione, le guerre fanno strage di civili. La società nutritiva, fatta di egoismo, individualismo e narcisismo è l’ambiente ideale per lo sviluppo di vizi e dipendenze, che permettono la dittatura del denaro.

9) A volte siamo prigionieri di una ruota da criceti. È davvero così? Che cosa possiamo fare per uscire da questa situazione?

R) Per spezzare le catene della dittatura a bassa intensità delle democrazie autoritarie, si deve riscoprire l’identità dei popoli, i riti e le tradizioni. Respingendo con forza la sottocultura woke, transumanista e consumista di provenienza statunitense. Ricreare comunità di destino, nuove tribù che sostituiscano le famiglie volutamente distrutte dal sistema capitalista. La pratica degli sport dell’ardimento rinforza la volontà ed il coraggio per opporsi efficacemente al complotto mondialista che vuole sudditi deboli e schiavi della droga e dei farmaci. Soprattutto tornare ai riti ancestrali dei popoli europei, al culto degli Dei della stirpe, la cui eclisse ha provocato l’affermarsi di culti esotici che hanno generato la comparsa degli ideali egualitari culminati nelle ideologie materialiste. La salvezza è nella nuova spiritualità degli europei.

Video intervista su YouTube: https://youtu.be/HEpb7xjjr_I