L'ambiente intellettuale di Donald Trump: dal populismo al transumanesimo e al tecnofeudalesimo
L'elezione di Trump come rivoluzione
Negli Stati Uniti, Donald Trump non ha semplicemente vinto le elezioni: si è trattato di una rivoluzione. Questa affermazione del CEO di Palantir, miliardario e guru tecnologico della Silicon Valley, nato in Germania, indica un cambiamento nello Zeitgeist americano. Al posto di un'amministrazione Biden caratterizzata da figure visivamente inquietanti come Rachel Levine (Segretario alla Sanità), da personalità grottesche come Kamala Harris e da un presidente evidentemente incapace - nel complesso un simbolo della globalizzazione liberale - ci sono nuove figure che simboleggiano una nuova era.
Si tratta di uomini come il futuro segretario alla Sanità Robert F. Kennedy Jr., il visionario transumanista Elon Musk, l'eroe di guerra Peter Hegseth e anche donne femminili, come la combattiva Tulsi Gabbard, critica dello Stato profondo. Rappresentando un'America patriottica, sono l'antitesi del “freak show” postmoderno di Joe Biden.
La rivoluzione dei fratelli: Uomini forti e inventori
Questo cambiamento di potere è stato in parte etichettato come una “bro-revolution”, che comprende non solo i “gymbros” che frequentano la palestra, ma anche i “techbros” che impressionano con il loro spirito inventivo. Si tratta di individui d'azione che sembrano determinati a far progredire la propria nazione, incarnando lo spirito pionieristico tecnologico dell'America e riflettendo al contempo un certo grado di conservatorismo: un'unificazione di sognatori e costruttori che si sforzano di rendere l'America di nuovo grande, cercando di conquistare lo spazio.
In un certo senso, essi incarnano il “sogno americano” della libertà, della realizzazione di sé stessi e dell'incessante superamento dei limiti umani: una visione che ispira ottimismo per il futuro, ma che può anche rappresentare una sfida per gli altri. Quali idee guidano queste persone e cosa possiamo aspettarci da loro?
Robert F. Kennedy Jr: un segretario alla Sanità che si oppone a Big Pharma
Tra le nomine più “controverse” agli occhi dei globalisti c'è senza dubbio quella di Robert F. Kennedy. All'apice della pandemia COVID, accusò Anthony Fauci di aver orchestrato un colpo di stato contro le democrazie occidentali attraverso le politiche di vaccinazione e di aver preso il controllo dei media e dei sistemi sanitari. Ha inoltre descritto il vaccino COVID come il più letale della storia.
Kennedy mira a ripristinare la salute dell'America, affrontando l'obesità, la dipendenza da farmaci da prescrizione e gli stili di vita sedentari. Come critico di uno Stato che invade ogni aspetto della vita umana, Kennedy si pone come riformatore contro gli eccessi della governance moderna.
Elon Musk: transumanesimo interplanetario
Che si tratti di far progredire l'intelligenza artificiale oltre le capacità intellettuali umane, di sviluppare il chip cerebrale Neuralink o di conquistare lo spazio con razzi riutilizzabili, Musk è un classico rappresentante della scuola estropica del transumanesimo. Questa ideologia crede nel riscatto dell'umanità attraverso la tecnologia, superando i suoi limiti - intellettuali o planetari - per garantirne il futuro.
Nella futura amministrazione di Trump, Musk dovrebbe assumere un ruolo di consulenza volto a snellire l'efficienza del governo e a ridurne le dimensioni, ispirandosi al sionista e anarco-capitalista argentino Javier Milei. Le ambizioni transumaniste di Musk, compresa la sua visione di colonizzare Marte mentre gli Stati Uniti si trovano ad affrontare importanti sfide terrestri, possono essere considerate in modo critico. Tuttavia, egli esemplifica lo spirito cowboy degli Stati Uniti: spingere costantemente verso nuove frontiere e conquiste. Musk esprime anche forti sentimenti anti-woke, ben evidenziati sulla sua piattaforma X (ex Twitter).
JD Vance: Un discepolo di Curtis Yarvin
Oltre alla sua posizione di politica estera dura nei confronti dell'Iran, JD Vance è noto per essere un seguace del pensatore neoreazionario Curtis Yarvin. Yarvin è un critico dichiarato della democrazia americana, sostenendo la sua trasformazione in una monarchia guidata da un amministratore delegato. Il ragionamento è semplice: mentre i politici eletti sfruttano lo Stato per guadagni personali durante il loro mandato, un monarca gestirebbe lo Stato come una proprietà personale, garantendo una governance più responsabile.
Questa visione immagina uno Stato neofeudale in cui l'economia si sostituisce al governo, trattandolo come un bene per garantirne l'efficienza. Yarvin si fa inoltre paladino del capitalismo e della tecnocrazia per ottimizzare la vita umana, mentre critica la “cattedrale”, il potere sociale del giornalismo e del mondo accademico, che accusa di promuovere il benessere e la democrazia.
Il miliardario americano Peter Thiel è strettamente associato a questo movimento intellettuale della Silicon Valley e sostiene un libertarismo di destra.
Un nuovo nazionalismo americano?
Con la nuova squadra di Trump e le sue idee, potremmo assistere alla fine dell'internazionalismo liberal-globalista che cercava di imporre il liberalismo arcobaleno al mondo. Emerge invece un nuovo nazionalismo americano, populista e futurista, che dà priorità agli interessi di potere degli Stati Uniti rispetto ai diritti umani, alla democrazia e al liberalismo.
Il suo obiettivo è rendere l'America di nuovo grande, anche se ciò richiede concetti transumanisti, futuristici o neofeudali.
Articolo originale di Alexander Markovics:
https://www.arktosjournal.com/
Traduzione di Costantino Ceoldo